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# 4

WILD AT HEART

 

di Carmelo Mobilia

 

Ho sempre avuto un sogno, quello di diventare un grande eroe americano, di rappresentare il mio paese, di difenderlo da chi ne minaccia la libertà. Oggi dopo tanti anni e alcuni grandi sacrifici ci sono riuscito. Indosso la bandiera, i miei amici mi rispettano e i miei nemici mi temono. Sono orgoglioso di quello che sono e di quello che faccio, ma a volte capita di trovarsi a dover affrontare situazioni che ti portano verso un conflitto interiore, a doverti dividere tra quello che sai essere giusto e quello che invece devi fare. Il mio ruolo mi impone di dover obbedire agli ordini, ma certe volte è dura doverlo fare. Sei combattuto da ciò che ritieni moralmente giusto e il dover far rispettare la legge.  Ma sono un soldato, e so che a volte compiere il mio dovere richiede un grosso sforzo, stringere i denti e guardare avanti senza voltarsi indietro. Non è facile, a volte. Ma se lo fosse, lo farebbero tutti.

1.

 

Arrivò in volo di notte, come uno sparviero. Il suo costume blu si confondeva con il cielo notturno, rendendo difficile avvistarlo. Il suo deltaplano, alimentato dal suo potere, era veloce e silenzioso e lo portò sopra il suo bersaglio. L’edificio sottostante era di proprietà della Koch International, una delle più importanti multinazionali d’America nel campo dell’industria farmaceutica. A quell’ora i laboratori della Koch erano chiusi e ben sorvegliati e lui lo sapeva bene, ma questo non gli importava. Le guardie forse erano ben addestrate per affrontare qualche animalista esuberante, ma non erano pronte per quello che stava per accadere. La staffa si staccò dall’aliante e lo lasciò cadere sopra il tetto dalla palazzina; le particelle beta entrarono in funzione, alimentando i suoi tessuti e donandogli incredibili poteri.

<Dà l’allarme!>gridò una delle guardie quando lo vide arrivare. Lui in risposta lasciò partite un raggio azzurrognolo che distrusse la postazione del sorvegliante. La sua asta da combattimento colpìil generatore di corrente, provocando un blackout prima e, a causa di un’abbondante fuoriuscita di scintille, un incendio subito dopo.

Arrivarono altri addetti della vigilanza che aprirono il fuoco, ma lui era troppo agile, troppo veloce. Altre scariche di energia devastarono l’edificio.

<E’ troppo per noi!> disse disperato uno dei membri della vigilanza <Chiamate i Vendicatori o ci ucciderà tutti!>

Ma l’uomo in blu non si curava della cosa. Lui non era lì per mietere vittime, ma per liberare. Scese verso i laboratori dove aprì gabbie di tutti gli animali rinchiusi. Erano cavie per esperimenti naturalmente, ma lui li liberò evitando  il destino che gli scienziati avevano in serbo per loro.

In poco tempo la struttura sembrava essere stata colpita da un bombardamento.

Era il biglietto da visita di Cardiac. Chi conosceva la sua fama, sapeva di doverlo temere. Chi non lo conosceva, avrebbe imparato a farlo.

 

2.

 

Base dei Vendicatori Ovest. La Palestra (o meglio, quel poco che ne restava) La sera dopo.

 

<Ok Battlestar, sei pronto?>

<Quando vuoi, USAgent.>

<Allora preparati, sto arrivando.>

Senza dire altro Agent si avventò verso il suo socio ed amico, cercando di colpirlo con un pugno, che però l’afroamericano riuscì a parare facilmente. Battlestar cercò di ricambiare la cortesia con un gancio destro che però Walker evitò piegandosi all’indietro. Battlestar era forte quanto USAgent, essendosi sottoposto al medesimo processo di potenziamento finanziato dal Power Broker, e riusciva a tenergli testa.

Da quando Lemar era stato dimesso dall’ospedale aveva chiesto a John un intenso programma di addestramento volto a fargli recuperare lo smalto perduto durante la convalescenza. Ma non era solo per ritrovare la forma che aveva richiesto questo training impegnativo. Il dottor Henry Pym, il celebre Vendicatore noto come Calabrone, gli aveva affidato una missione da svolgerein gran segreto.

 Lo lusingava che avesse scelto proprio lui per una questione di tale importanza, e voleva farsi trovare pronto.

Il suo scudo tagliava l’aria, cercando di colpire USAgent, che però si aspettava quel tipo di mosse.

<Ti conosco troppo bene, sei come un libro aperto. Cerca di sorprendermi.> gli disse Walker.

Stuzzicato dalla frase, Battlestar si lanciò contro di lui, per atterrarlo, ma con un abile mossa di judo Agent lo sollevò sopra la sua testa, lanciandolo in aria. Ma Battlestar con un bel gesto atletico atterrò in piedi.

<Ottimo recupero> si complimentò John, mentre gli lanciava contro il suo scudo. Il disco di metallo superò l’avversario, rimbalzò sul muro dietro di lui pronto per colpirlo alle spalle, ma Lemar si girò su se stesso, deviandone la corsa con il suo di scudo.

<Ah, ora chi è che è prevedibile?> disse sbeffeggiandolo.

<Era un diversivo.> disse John assalendolo: il primo calcio andò a vuoto, andandosi ad infrangersi sullo scudo triangolare di Lemar, mentre il secondo assalto lo mandò al tappeto, e Agent lo privò della sua arma.

<Ora siamo pari ...> disse Agent gettando lo scudo di Lem fuori dalla sua portata.

<Corpo a corpo allora... mi sta bene.>

Cominciò una scazzottata fra energumeni, ognuno dei quali  parava e schivava i colpi dell’altro.

Uno dei colpi dell’afroamericano andò a segno, facendo fare all’amico rivale un bel volo.

<Beh che ne dici? Mi sono ripreso bene?> disse spavaldo.

<Cos’era quella, una carezza? Andiamo amico, puoi fare di meglio...> rispose provocatoriamente John.

<Oh non intendo deluderti allora...>

Agent si rimise in piedi con un’acrobazia e subito Lemar gli fu addosso, per non perdere il vantaggio. Gli strinse in collo in una presa, costringendolo a stare piegato.

<Avanti John non puoi liberarti, lo sai. Di che ti arrendi e ti lascio andare...>

Agent non rispondeva, stringeva i denti per via dello sforzo.

<Andiamo ... non voglio farti del male. Dillo, avanti. Di “mi arrendo” ...>

Ma John lo afferrò per le caviglie e gli fece perdere l’equilibrio e la presa, poi una volta a terra lo strinse in una morsa, afferrandogli il braccio e bloccandoglielo tra le gambe.

<Hai perso Lem. Se questo fosse uno scontro reale, ti avrei già spezzato il braccio. L’incontro è mio.>

<Merda ... va bene va bene. Lasciami andare ...>

USAgent mollò la presa, si rimise in piedi e tese la mano al compagno, aiutandolo a rialzarsi.

<Dai non te la prendere. Ci sei andato vicino.>

<Ma vicino non basta. Ho ancora bisogno di esercizio.> disse Lemar, togliendosi la polvere dal costume <Dio questo posto è un vero letamaio... i tuoi amici Vendicatori sono stati gentili a farci usare la palestra ... se così si può chiamare ... però fattelo dire, sembra di stare a Bagdad.>

<Si hai ragione, sembra una zona di guerra. Quel bastardo di Magma ha colpito principalmente questa zona proprio perché non voleva i Vendicatori tra i piedi. E’ costato la vita a molti dei ragazzi del personale. Spero proprio che sia morto in quell’inferno.>

<Dì ma abbiamo informazioni di quella specie di Rambo che ci ha aiutati? Se non era per lui che ci teletrasportava fuori, saremmo stati noi a rimetterci le penne il quel posto...>

<Ho dato una descrizione alla De Mara, dice che combacia con quella di un vigilante che si fa chiamare “Solo” ... un ex membro di una task force speciale che l’ha giurata hai terroristi. Ma non abbiamo altre informazioni su di lui. So solo che gli hanno piantato qualche strano circuito nel cervello che gli permetto il giochino alla Star Trek.>

<Senti cambiamo discorso ... che programmi hai per stasera?>

<Beh a dire il vero ... nessuno. Valerie è tornata a Washington, e i Vendicatori sono momentaneamente ... in pausa. Pensavo di controllare lo schedario all’FBSA su ...>

<Oh andiamo Johnny! Lavoro lavoro... non sai pensare ad altro? Perché non stacchi un po’ la spina? Metti lo scudo e il costume nell’armadio,  mettiti una camicia pulita e usciamo! Prendi un po’ d’aria, divertiti. Siamo in California, dannazione!>

<Non... saprei dove andare. Tu hai qualche idea? >

<L’hai detto. Stasera tu ed io andremo a vederci la partita dei Lakers! Coulson è riuscito a procurarmi i biglietti. Andiamo amico ... non vedo una partita di basket da quando ero ragazzino e andavo a vedermi i Bulls. Sarò divertente!>

Con la sua allegria Lemar era l’unico in grado di spronare l’imperturbabile John Walker. Valerie Cooper lo sapeva, per questo aveva fatto in modo che Lemar venisse assegnato alla sede di Los Angeles delFBSA.

John aveva un disperato bisogno di ricordarsi di essere un uomo e non solo una macchina da lavoro.

<D’accordo. Verrò con te.>

 

3.

 

Attico di Walter Koch, Beverly Hills.

 

Walter Koch era il ricchissimo proprietario della Koch International, appartenente alla sua famiglia da generazioni. Grazie alla tecnologia e alle video conferenze, gli fu possibile visionare il video della sicurezza che aveva registrato  l’aggressione di Cardiac.

<<Come vede signore si tratta di un metaumano dotato di straordinari poteri. Ha liberato tutti gli animali e distrutto tutti i dati e i progressi che avevamo ottenuto negli ultimi mesi. Siamo tornati allo stadio iniziale. Quell’essere ha mandato in fumo il lavoro di un anno!>>

Mr. Koch osservava il video con una calma glaciale. I suoi occhi fissavano lo schermo e il suo volto non trasmetteva alcuna emozione, ma nel suo cervello stava escogitando qualcosa.

<<Signore .... come dobbiamo muoverci?>>

<Aspettate una mia telefonata. Vi darò al più presto nuovi ordini.> disse con la consueta calma. La sua azienda aveva subito un attacco terroristico da parte di un essere dotato di superpoteri ma Walter Koch non pareva minimamente preoccupato. Qualsiasi piano avesse elaborato durante la visione, gli donava un’assoluta tranquillità.

 

Staples Center. Los Angeles.

<SI! Grande Kobe, grande!!> esclamò entusiasta Lemar, applaudendo alla prodezza del campione.

<Ma tu non eri un tifoso dei Bulls?> chiese John , sarcastico.

<Ma che c’entra ... certo che lo sono! Ho visto giocare Michael Jordan, per la miseria ... cose di questo genere ti segnano per sempre! Ma come ti dicevo, è da una vita che non mi gustavo una partita dal vivo... e vedere giocare Kobe Bryant è un’occasione che non potevo perdermi! Ma perché non ti stai divertendo?>

<Oh si, è una bella partita... mi piace il basket, però lo sai, io preferisco il football. Dalle mie parti è una seconda religione...>

<Ah il football ... senza offesa, ma a me sembra uno sport di bifolchi. Si ci ho giocato da ragazzo, e qualche volta sono andato a vedere i Bears ... ma vuoi mettere con la poesia della pallacanestro? Non c’è storia!>

<Sullo sport mi sa che non andiamo tanto d’accordo ...>

<Eh lo so. Voi bianchi non è che ne capite tanto ... peggio per voi.>

La partita proseguì tranquillamente fino all’inizio del secondo tempo, quando sulle note di “Born in the USA” il cellulare di John si mise a suonare. A chiamarlo era l’agente Coulson.

<< Daniels, mi dispiace interrompere la vostra partita, ma siete convocati d’urgenza. C’è del lavoro per te e Hopkins qui alla base. E portate i costumi, è roba tosta.>>

<Lem, era Coulson. Pare sia scoppiato qualche altro casino che richiede la nostra presenza.>

<Ah che cavolo! Dici sul serio?>

<Temo di si. Mi ha fatto capire che ci servirà lo scudo.>

<Dannazione! Una volta che mi stavo guardando una partita ... sarà meglio che Coulson ci procuri degli altri biglietti. E chiunque sia il pazzoide in questione gliela farò pagare cara!>

 

 

4.

 

 

Sede dell’FBSA.

 

Proprio come l’ultima volta, USAgent e Battlestar erano nella sala riunioni insieme al direttore Esposito, all’agente Coulson e a Rita De Mara. Questo tipo di riunioni sarebbe diventata una consuetudine nella loro vita, lo sapevano bene. Mollare qualsiasi cosa stessero facendo, indossare i loro costumi patriottici e recarsi in questo palazzo per sostenere colloqui di questo genere faceva parte del loro mestiere. La De Mara collegò il suo portatile al grande schermo della sala e trasmise le immagini della sorveglianza della Koch.

<L’uomo che state osservando si fa chiamare Cardiac, vero nome sconosciuto. Sospetto mutante, è in grado di emettere dei potenti raggi beta. Il suo arsenale è composto di un’asta da combattimento dove incanala l’energia. E’ anche in grado di trasportarsi in volo alimentando un particolare tipo di aliante a motore.>

<Perché quella specie di batteria vivente sta attaccando quel laboratorio?> chiese Battlestar.

<Cardiac è impegnato in una crociata personale contro le case farmaceutiche. In passato ha attaccato la Chemicals Sapridyne, una società appartenente al multimiliardario Justin Hammer, e la Stane International, oltre che le proprietà del broker Albert Brukner e del regista William Gant.Le motivazioni che lo spingono sono al momento sconosciute.>

<Un terrorista metaumano è un nostro obiettivo, chiaramente. Ma come pensate di trovarlo? Stando al video, è fuggito nello stesso modo in cui è comparso. > disse Agent.

<Gli daremo un’esca.> esordì il direttore Esposito, poi fece un cenno a Coulson, che andò ad aprire la porta, facendo entrare l’ospite che aspettava fuori dalla porta.

<USAgent, Battlestar, vi presento il signor Walter Koch, presidente della Koch International, la struttura che avete visto distruggere nel filmato.> Koch entrò nella stanza, accompagnato da Coulson: era un uomo di cinquant’anni, brizzolato e con gli occhi azzurri, in ottima forma fisica.

<Buonasera, signori.> disse salutando i presenti.

<Assieme a mister Koch abbiamo elaborato un piano per attirare allo scoperto il nostro amico blu. Stara a voi poi neutralizzarlo.>

<Qual è il piano?> esclamò in modo diretto USAgent.

<Nei prossimi giorni faremo trapelare la notizia – fasulla ovviamente - che le imprese Koch stanno per immettere sul mercato una nuova versione del Landropill ... un farmaco antiobesità tolto dal mercato alcuni anni fa perché aveva effetti collaterali. Faremo arrivare nei miei laboratori alcuni carichi di forniture mediche per la ricerca. Non so come questo terrorista operi, ma siamo certi che non saprà resistere ad una notizia di questo genere.>

<L’agente DeMara ha già provveduto a spargere la notiziain rete.> disse Coulson.

<Perché questo tizio ce l’ha tanto con lei, Koch?> domandò Battlestar <Stando a quello che ci ha detto Tina, questo tizio se la prende con aziende poco pulite ...  di cosa di occupa precisamente la sua?> chiese con una malcelata nota maliziosa.

< Quest’uomo è un terrorista che fa vittime durante le sue azioni, e il vostro compito è catturarlo; non deve interessare altro, Battlestar.> Il direttore Esposito mise a tacere sul nascere qualunque tipo di polemica.

Lasciarono Coulson e la De Mara ad definire i dettagli, dopodiché i due supereroi a stelle e strisce andarono a prepararsi per la missione. Battlestar era scuro in volto.

<Che hai Lem? Sembri nervoso.> chiese John.

<Si c’è qualcosa che non mi quadra. Come ho detto là dentro, perché quel Cardiac ce l’ha tanto con la Koch? Cos’è che nasconde quel tizio? E perché il direttore Esposito è tanto accondiscendente con lui? Mi puzza, non so se capisci che intendo ...>

<Perfettamente.  Non piace anche a me, quel tizio... con quanta scioltezza è entrato nella stanza e per il modo in cui parlava... sembrava quasi che gli ordini li desse lui! Ma dobbiamo ammettere che hanno ragione, quel tizio è un vigilantes pericoloso, e dobbiamo fermarlo. A New York si è battuto anche contro Codice Blu, e per come la vedo io, chi spara contro i poliziotti è il cattivo, e il nostro mestiere è prendere a calci nel culo i cattivi. Abbiamo i nostri ordini. Sappiamo cosa dobbiamo fare.>

Era questa la differenza sostanziale tra di loro. John era un vero e proprio soldato, non faceva troppe domande, ingoiava il rospo e faceva il proprio dovere ... anche quando questo gli era difficile.

Lemar non era così efficiente; sebbene fosse stato sotto le armi e avesse già lavorato per conto del governo, rimaneva sostanzialmente un ragazzo di strada, e non gli piaceva non ricevere risposte alle domande che poneva.

 

Hilton Hotel, Los Angeles. Nella stanza dove alloggia ildottorWirtham, qualche giorno dopo.

 

Il convegno medico di quest’anno non poteva svolgersi in un luogo migliore, pensò il dottor Elias Wirtham mentre si toglieva cravatta e camicia e si metteva a suo agio.  Gli dava un alibi perfetto che spiegava la sua presenza in California. In questo modo, nessuno poteva collegare lo stimato chirurgo afroamericano alle azione del vigilante noto come Cardiac. Un piano brillante, nella sua semplicità. Wirtham non considerava un criminale però, bensì un giustiziere. Non diverso dall’Uomo Ragno, Devil o da Moon Knight.

Lui combatteva quei criminali legalizzati che nessuno contrastava. Come quelli che avevano ucciso suo fratello, non mettendo in commercio il farmaco che poteva salvargli la vita solo perché al momento non ci avrebbero guadagnato abbastanza. Avidi pescecani. Aveva letteralmente sacrificato il suo cuore per questa causa; pur di combatterli infatti aveva sostituito il proprio muscolo cardiaco con un reattore di particelle beta, in grado di fornirgli eccezionali poteri per poter portare avanti la sua causa.

Il suo attuale obiettivo era la Koch, la più grande casa farmaceutica della Costa Ovest. Mentre smanettava col suo portatile, cercava notizie sul loro conto che poteva interessargli, e finì con l’imbattersi nella notizia della lavorazione di una nuova versione del Landropill. In questi tempi in cui il tasso di obesità sta toccando picchi vertiginosi, pensò, il rimettere in commercio un farmaco dalle proprietà “prodigiose”, in grado di farti dimagrire senza rinunce a tavola poteva garantire introiti da urlo. Come medico, Elias sapeva che non esisteva nulla del genere, non senza effetti collaterali. Ma a loro quello non importava. A loro interessava solo dei soldi.Gli sprovveduti si sarebbero precipitati a comprarlo, riempiendo le loro tasche.

<Non lo permetterò.> disse tra sé e sé <Fermerò la lavorazione, interromperò le loro forniture. Gli impedirò di prosperare sulle spalle di gente fiduciosa ed ingenua.>

Un compito su misura per Cardiac. Non sospettava minimamente di essere caduta in una trappola.

 

 

5.

 

 

Avevano studiato i filmati della sorveglianza, sapevano come avrebbe attaccato. Erano pronti a tutto. USAgent sorvegliava il lato Nord, Battlestar quello Sud. I due scudieri stavano appostati in attesa dell’arrivo di Cardiac. Si tenevano in contatto con degli auricolari e osservavano il cielo notturno con dei binocoli da infrarossi. L’attesa fu lunga e noiosa, ma venne ben ripagata:  proprio come l’altra volta, infatti, Cardiac arrivò volando, attaccato al suo aliante. Si lanciò atterrando sul tetto. Fece pochi passi ma nessuno sembrava essersi accorto della sua presenza. Solo all’ultimo secondo avvertì il sibilo nell’aria provocato dallo scudo; alzò la sua asta giusto un istante prima di venire colpito, ma anche così l’impatto gli fece perdere l’equilibrio. Lo scudo tornò nella mano di USAgent, che lo afferrò a mezz’aria lanciandosi dalla sua postazione.

<Ti consiglio di non muoverti. Sei in arresto per distruzione di proprietà altrui, omicidio e atti di terrorismo.> disse con tono minaccioso, fissandolo con uno sguardo glaciale.

Cardiac sapeva chi aveva davanti. Pur nonavendo la notorietà dell’eroe da cui prendeva ispirazione, ormai USAgent aveva una certa fama, soprattutto per i suoi modi poco diplomatici.

<Sono caduto in una trappola! Stupido, stupido, stupido!!!> disse di se, rialzandosi in piedi e puntando la sua asta contro il Vendicatore.

<Non provarci neppure, Cardiac. Non opporre resistenza. So di cosa sei capace, e non mi fai paura ... ho affrontato di peggio. Abbassa quell’arma e non farmi incazzare, altrimenti ....>

In tutta risposta Cardiac fece partire uno dei suoi raggi verso di lui, che però venne parato dallo scudo di Agent.

<Con le cattive allora ...> disse, andando contro al suo avversario.

Le raffiche venivano respinte o evitate grazie alla sua agilità. Cardiac sapeva che non sarebbe stato facile sfuggirgli.

<Sei un cane al guinzaglio del governo, USAgent, non mi aspetto certo comprensione da parte tua. Non sai nemmeno per cosa stai combattendo!>

<Lo so benissimo cosa sto combattendo: un criminale socialista con un pessimo gusto per il vestire!> gli rispose attaccandolo con il suo scudo, ma stavolta fu Cardiac a pararne il colpo con il suo bastone, poi con una contromossa cercò di colpirlo alla testa con una rotazione della sua asta, ma Agent evitò il colpo abbassandosi.

Un calcio del supereroe, un pugno del vigilante. Montante dell’uno, un gancio dell’altro. Erano due meta umani potenziati, e i colpi che si scambiavano erano di forza inaudita. Ognuno di essi avrebbero potuto storpiare o addirittura uccidere un uomo normale. Lo scontro andava per le lunghe e Cardiac stava per avere la peggio. USAgent era un lottatore molto più abile, ed era solo una questione di tempo prima che riuscisse a sconfiggerlo. Ma lo scopo di Cardiac non era vincere quel duello, ma fuggire da quel tetto. Afferrò la sua asta con entrambe le mani e lasciò partire una scarica potentissima verso i piedi di Agent; l’esplosione fece perdere l’equilibrio al Vendicatore, lasciando a l’alter ego del dottor Wirtham il tempo di allontanarsi da lui e di raggiungere il bordo del tetto, da cui si lanciò in un apparente gesto suicida, ma il suo aliante planò verso il basso, agganciandosi al suo bastone e permettendosi di allontanarsi in volo dal luogo dello scontro.

<No bello, non te ne andrai via così!>Agent afferrò il suo scudo ed eseguì un lancio teso e preciso in direzione del suo nemico in volo; il disco di metallo andò a colpire il mezzo dell’avversario, rendendolo inutilizzabile e facendolo cadere nel vuoto.

<BATTLESTAR! L’HO COLPITO! E’ precipitato nella tua zona! Ripeto, il nemico è nel tuo raggio d’azione! Devi catturarlo prima che possa fuggire!>

<<Ricevuto; sta tranquillo me ne occupo io!>> rispose Lemar.

 

L’impatto lo aveva lasciato stordito; Cardiac era dolorante, ma si sforzò per rimettersi in piedi. Doveva sfuggire alla cattura, ne andava della sua crociata.

<In piedi, stupido idiota, in piedi! Non devi farti catturare! Dai, rialzati Eli, rialzati!>

Usò il suo bastone per rimettersi in piedi ma non fece che pochi barcollanti passi che Battlestar gli tagliò la strada, spuntandogli davanti.

<Non rendere la cosa peggiore di com’è. Posa quel coso e alza le mani.> disse Lemar.

Per tutta risposta Cardiac sparò un’altra delle sue raffiche contro di lui, ma anche stavolta il raggio andò a finire contro lo scudo a stelle e strisce di Battlestar.

<Amico stai facendo incazzare parecchie persone da queste parti ... e adesso puoi aggiungere me all’elenco!>

Battlestar avanzò e non appena fu abbastanza vicino colpì Cardiac con il suo scudo, separandolo dalla sua asta, poi con un gancio sinistro e nuovamente con lo scudo, neutralizzandolo.  Lo sbattè contro il muro: Cardiac era visibilmente provato dallo scontro.

<Non dirmi che non ti avevo avvertito...> gli disse.

<A-Ascoltami.  D-Devi ascoltarmi. Koch è un criminale. Fa esperimenti sugli umani.> rispose con un filo di voce l’altro.

<Non attacca con me, amico. Chiudi quella bocca, sei in arresto.>

<STAMMI A SENTIRE! Sei un nero, dunque devi credermi...>

<Cos’è la buttiamo sul razzismo? Davvero amico, dì un’altra cazzata del genere e ti colpisco così forte da ...>

<N-Non è una cosa razzista! Pe-pensaci, maledizione ...  gli esperimenti di Tuskegee. La vicenda della Pellagra. La storia di Isaiah Bradley ... i precedenti sono molteplici ...>

<Ma di che cazzo stai parlando?>

<Hai capito. So per certo che la Koch sta cercando di riprodurre il siero del supersoldato per conto del governo, facendo esperimenti su cavie umane.La cosa sta andando avanti dagli anni 50.>

<Stai mentendo ...>

<No ... no, e lo sai. .A Bradley somministrarono il fantomatico siero de-del supersoldato a sua insaputa. La cosa si è ripetuta per anni. Barboni, galeotti, reduci disabili ... tutta gente che è morta e per cui nessuno ha reclamato. Nessuno che paga le tasse. Nessuno di cui importa. Ma a me importa. Io combatto quelli come loro.>

Per un momento Battlestar esitò. Sapeva che la storia di Bradley era vera, e la storia che gli aveva appena raccontato Cardiac gli parve assolutamente credibile. Lui sapeva con certezza che il governo non era nuovo ad operazione come questa ... e proprio nell’istante in cui pensava a cosa dire o a cosa fare, Cardiac richiamò a sé la sua asta, che grazie ad un sistema magnetico si innalzò e ruotando a mezz’aria tornò nelle mani del suo padrone, che la usò per colpire a bruciapelo Battlestar con un raggio, che dolorante cadde per terra, portandosi le mani al petto in fiamme.

<Mi dispiace amico .... dico davvero. Non volevo arrivare a tanto. Ma le cose stanno come ti ho detto. Il governo che rappresenti copre tutta la merda della Koch. Si credono dei padreterni, convinti di avere il diritto di decidere della vita delle persone. Mi spiace che sei venuto a saperlo in questo modo. Pensa per chi lavori, per chi rischi la vita.> gli fisse allontanandosi da lui.

Lo scudo di USAgent tagliò l’aria e lo colpì alla nuca. Per alcuni secondi Cardiac vide solo un muro bianco davanti a se. Agent ne approfittò per assalirlo, colpendolo allo stomaco con un pugno, poi con una rapida successione di destri e sinistri al volto, che lo lasciarono privo di sensi, a terra.

<Stai bene?> domandò a Lemar.

<S-Si .. mi aveva colto di sorpresa, ma sto bene. Non ci sei andato un po’ pesante con lui?>

<Questa carogna per poco non ti arrostiva e tu stai a preoccuparti di lui? Dì, ma che t’hanno fatto nel Branco Selvaggio, ti hanno reso un hippie sentimentale?> disse scherzando.

Ma Battlestar non aveva nessuna voglia di scherzare.

 

Il furgone di Coulson arrivò in pochi minuti; presero Cardiac in custodia e lo portarono via di lì; mentre il mezzo si allontanava, Battlestar disse ad USAgent:

<Dì un po’ John, ti senti mai uno schifo per aver fatto il tuo lavoro?>

<Che vuoi dire?>

<Prima che arrivassi a stenderlo, quel tizio mi stava raccontando una cosa... una cosa che non mi piace per niente ....>

<Non berti le stronzate che spara quella gente, Lem ... che ti avrà detto? Che lui ha ragione, che è un eroe, che combatte questo sistema ingiusto che non va incontro alle esigenze di poveri etc etc ... non ho visti tanti di questi svitati, son tutti uguali... non lasciarti intenerire da qualche storia strappalacrime di come la vita lo ha costretto a diventare un fuorilegge ...>

<Non è niente del genere, John. C’è ben altro in ballo ... quel tizio afferma che la Koch fa degli esperimenti su cavie umane nel tentativo di replicare il siero del supersoldato per conto del governo. Per questo quel tizio ce l’aveva tanto con la Koch. Pensaci:  lui gli attacca l’azienda e Koch chiama qualche pezzo grosso a Washington per chiedergli di dargli la caccia altrimenti se la cosa si viene a sapere scoppia uno scandalo nazionale. Ecco perché si dava tutte quelle arie da padrone, alla sede. Per me sta in piedi eccome!>

USAgent ebbe un sussulto, anche per lui la cosa aveva un senso; proprio di recente [Cap #48/50]aveva assistito ad esperimenti a dir poco raccapriccianti nel tentativo di riprodurre quel celebre siero. La Koch non era che la punta dell’iceberg. Storse la bocca, tuttavia gli rispose:

<Lem, ma che prove ha di tutto ciò? Sono solo teorie, nessun tribunale gli darebbe mai ragione! E anche ammesso che abbia ragione, ci sono altri modi di agire. Pensaci, se tutti si mettessero a fare come lui, a sparare strani raggi azzurrognoli e a far saltare in aria interi edifici, questo paese finirebbe nell’anarchia!>

Non era la risposta che Battlestar voleva, ma era quella che si aspettava:

<Già ... dimenticavo, tu esci con l’assistente del presidente. Tutto ciò che ti dice lo zio Sam per te è oro, non è vero? E io sono solo ... com’è che mi hai definito, prima? Ah si: un hippie sentimentale ...>

<Dai, non fare così Lem, lo sai cosa intendevo dire. Il nostro non è un sistema perfetto ma è il migliore che abbiamo; non possiamo permettere a questi fuorilegge di far quello che gli pare. Ci sono delle regole, delle leggi cazzo, e se non le rispetti sei un criminale, punto e basta.>

Lemar gli voltò le spalle e se ne andò nella direzione opposta. John non lo aveva dato a vedere, tuttavia le sue parole lo avevano fatto pensare.

 

6.

 

Una volta tornato nel suo appartamento, dopo essersi fatto una doccia ed essersi buttato a letto, John non faceva altro che ripensare a quanto il suo amico gli aveva detto.

Era davvero come diceva lui? Era un cane al guinzaglio dello zio Sam, pronto a mordere le chiappe che gli dicevano di mordere?  Ma d’altronde, non era questo che doveva far un buon soldato?  Certo è che se le cose stavano davvero come sosteneva quel Cardiac ...  per decenni li governo aveva tentato di replicare il siero del supersoldato. Ne era quasi ossessionato. Sarebbero davvero riusciti ad arrivare a tanto? O forse non erano a conoscenza delle porcherie che Koch faceva? Si, doveva essere così. O perlomeno, voleva che fosse così. E poi, pensava davvero quello che aveva detto a Lemar: i vigilantes che si fanno giustizia da soli, quelli che prendono la legge nelle loro mani vanno fermati. Non si possono lasciare a piede libero. Che cosa succederebbe, se ognuno di noi facesse a modo proprio, infischiandosene delle regole? Non è certo quello il paese in cui era cresciuto e che fosse dannato se fosse quello in cui voleva vivere e per cui voleva battersi.

Ma quel tarlo continuava a divorarlo dentro. Sapeva che c’era qualcosa che poteva fare per levarsi quel dubbio; a quell’ora la De Mara era ancora in ufficio a compilar scartoffie.

Allungò le mani verso il comodino e afferrò il suo cellulare:

<Tina? Sono Jack Daniels. Ho bisogno di chiederti un favore ...>

 

 

Qualche sera dopo.

 

Se avete mai visto dei telefilm tipo “Beverly Hills 90210” o “the O.C.”  avete un idea dell’atmosfera che si respirava in questa lussuosa villa. Walter Koch stava dando un ricevimento a cui avevano partecipato alcuni dei più facoltosi esponenti dell’alta società californiana. Gente elegante accompagnati da donne giovani e prosperose che non si vergognano ad esibire le proprie generose forme in abiti sempre più succinti ... in mezzo a queste persone, un muscoloso supereroe in costume nero attillato stonava e non passava di certo inosservato, ma USAgent avanzava per la sala indifferente agli sguardi della gente. Per il ragazzo di Custer’s Grove quello era ancora un mondo totalmente estraneo. Ignorò il tavolo del buffet e si diresse verso il padrone di casa, che stava intrattenendo degli ospiti.

<Ah USAgent ... signori, lasciate che vi presenti un uomo di cui la nostra nazione può andare veramente fiera! Un vero patriota, che difende con onore gli interessi dell’America in ...>

<La pianti con le sviolinate, Koch. Le devo parlare. > un uomo di poche parole, ma dirette come un pugno in faccia. Il suo tono e il suo sguardo facevano intendere che non era lì per spassarsela. Gli ospiti di Koch s’irrigidirono, sentendosi a disagio davanti all’autoritario supereroe. Ma Koch non si scompose.

<Venga, mi segue nella terrazza ....> andarono sul posto, che aveva una splendida vista sull’oceano. Koch chiuse la porta finestra insonorizzata, in modo da avere un po’ di privacy.

<Allora, mi dica ... di cosa voleva parlarmi?> disse addentando l’oliva del suo Martini.

<Vede ho fatto  fare alcune indagini sul suo conto ... c’erano alcune cose che non mi quadravano, e senta cos’ho scoperto ... il nome della sua famiglia in origine era Baumann, e suo padre faceva parte, durante la guerra, del progetto super soldato per conto dei nazisti, tentando di riprodurre il siero che donò le sue capacità a Capitan America. Stavano per raggiungere dei risultati positivi, quando il campo di Schwarzbitte fu distrutto da quella che oggi sappiamo essere l’ultima operazione di Isaiah Bradley. Quello che non sono in molti a sapere però è che alla fine della guerra, noi e i sovietici ci siamo divisi le risorse dei crucchi, compresi anche i cervelloni che stavano a lavorare da questa parte del muro di Berlino ... tra cui suo padre che, una volta venuto a vivere in America ha cambiato il proprio nome in “Koch” ... dico bene?>

<E’ vero, non sono in molti a saperlo .... ma non è neppure un segreto, caro USAgent. Mio padre propriamente  non era Mengele, e all’epoca non si poteva rispondere “no grazie” quando il Fuhrer ti ordinava di fare qualcosa. Noi siamo cresciuti nella democrazia e nella libertà, ma nella Germania in cui viveva mio padre questo era un lusso che non era concesso ...>

<Non ho terminato.> disse seccamente Agent, come se non avesse sentito neppure una parola di quanto detto dal miliardario <Nella mia carriera mi sono imbattuto in informazioni che molti vorrebbero dimenticare ... come per esempio, quella di un professore di storia, che quasi per caso viene in possesso di alcuni appunti della preziosa formula del supersoldato, e la offre al governo a patto che questi gli dia l’opportunità di divenire il nuovo Capitan America. Il governo allora richiama suo padre e lo mette a capo del progetto. I risultati non sono perfetti, ma sono i migliori dai tempi di Pearl Harbor; con la guerra fredda in atto, la creazione di un nuovo siero e per la sua famiglia si apre una nuova possibilità di carriera e di arricchimento, sua padre apre un azienda farmaceutica con i fondi del governo che diventa una delle più potenti della nazione ...>

<E’ il sogno americano ... lei dovrebbe saperlo più di chiunque altro, è quello che ha reso il nostro paese “faro e guida del mondo moderno”. E lei è venuto fin qui per raccontarmi la storia della mia famiglia? Sono tutte cose che sapevo già ... arrivi al punto: che cosa vuole da me?>

<Il punto> disse digrignando i denti, con un espressione furiosa sul volto <è che per ottenere risultati in modo più veloce rispetto alla concorrenza, un ex nazista non avrebbe esitato a fare esperimenti su cavie umane! E’ per questo che quel Cardiac ce l’aveva con lei! La sua famiglia si è arricchita sulle sofferenze delle persone!>

<Ah ah ah ... che fantasia USAgent ...> rispose con aria di sufficienza Koch, voltandogli le spalle e cercando di rientrare nel salone, ma Agent lo afferrò per il bavero e lo sollevò da terra.

<Non fare l’arrogante con me, Koch, brutto nazista di merda! Io so che così! Te lo farò confessare a suon di calci!>

Sebbene non udissero le loro parole, l’atteggiamento ostile del Vendicatore era palese egli ospiti in sala si precipitarono verso la terrazza per osservare la scena. Dopo uno sgomento iniziale, Koch riacquisì la sua proverbiale calma e disse:

<Che cosa vuoi fare? Pestarmi qui, davanti a tutta questa gente? E per cosa, per delle fantasiose ipotesi? Ti manderebbero davanti alla corte marziale, e ti farei togliere quello scudo e quelle stupide alette! Dove sono le prove, eh?>

La voglia di colpirlo con un pugno era tanta,ma Agent sapeva che aveva ragione, e lo lasciò andare, seppur controvoglia. Koch si sistemò l’abito, fece segno che andava tutto bene, poi riprese a parlare.

<Dove sono le prove di quanto afferma? Avanti, me le mostri ...>

<Io le troverò le prove, stanne certo ...>

<No invece. Non le troverà. Vede, voi pensate al siero solo in funzione bellica ... certo, noi sappiamo che non è così, ma per l’immaginario collettivo Capitan America ha vinto la guerra quasi da solo, e il mondo farebbe carte false per ottenere un esercito composto da soldati come lui. Ma le qualità di quel siero vanno oltre a questo ... le sue proprietà possono mettere fine a molte malattie ... curare i malati, gli invalidi ...  Le nostre ricerche possono salvare delle vite ...>

<Ma intanto ne uccidono parecchie!>

<Ma tu che ne sai, di quella gente? Pensa a quanti gobbi, obesi, storpi o rachitici sarebbero disposti a pagare qualunque cifra per avere il corpo sano di un super atleta. Ma guardati ... quei muscoli e quelle movenze non si ottengono con qualche mese di palestra e con una dieta equilibrata, e so per certo che non sei un mutante. Sono pronto a scommettere qualunque cifra che anche tu ti sei sottoposto a chissà quale procedimento potenziante ... dico bene?>

<Io mi sono offerto volontario ...>

<Consapevole dei rischi, ma attratto dai benefici che potevi ottenere, dico bene? Quella gente ... ammesso che esista, ovviamente ... non aveva nulla da perdere e tutto da guadagnarci. E’ una cosa più grande di te, testa alata, credimi. Torna a fare quello che  sai fare, a lascia perdere le cose che non ti competono. Ora se non ti dispiace, torno ai miei ospiti e ti sarei grato se abbandonassi la mia villa... altrimenti, farò una telefonata ai miei amici di Washington e ti farò degradare così in fretta che ti ritroverai a pelare patate in qualche sperduta base in Alaska.> così dicendo, Koch tornò alla festa.

Agent lo guardava con uno sguardo pieno d’odio. Avrebbe voluto farlo a pezzi.  Ma aveva ragione, aveva bisogno di prove. Doveva parlare con Cardiac.

 

Qualche ora dopo, USAgent era diretto presso le celle detentive per superumani al palazzo del FBSA, ma quando ci arrivò lo trovò in stato di allerta.

<Che cosa è successo?> domandò ad uno degli agenti

<I-Il prigioniero è evaso!> gli rispose questi.

Impugnò il suo scudo e si diresse verso l’area in cui Cardiac era stato rinchiuso, ma trovò solo una cella vuota e il suo partner Battlestar steso a terra, stordito e dolorante.

<BATTLESTAR! STAI BENE?> chiese preoccupato.

<Quel ... dannato raggio. Mi ha fritto di nuovo ...>

<Cos’è successo?>

<Non lo so... ero venuto qui per interrogarlo, quando all’improvviso è venuto un blackout, non ci ho visto più nulla e sono stato colpito da uno di quei suoi stramaledetti raggi. Dev’essere stata quella sua asta ... non so come ma è riuscito a richiamarla a se.... ma tu che ci fai qui?>

<Ero venuto per lo stesso motivo ... volevo saperne di più ... sulla Koch, e questa storia delle cavie umane. A quanto pare abbiamo avuto la stessa idea.> gli rispose John aiutandolo a tirarsi su.

Le telecamere della sorveglianza erano saltate e non vi era la minima traccia di come Cardiac fosse scappato e che direzione aveva preso. Finiti di stipulare i rispettivi rapporti, John e Lemar si presero un momento per loro.

<Lemar volevo dirti... che forse avevi ragione. Ho fatto fare alcune ricerca alla De Mara sul conto di quel Koch, e non ne è venuto fuori nulla di buono.> gli fece un resoconto di quanto aveva scoperto e della sua visita a villa Koch.

<Cacchio ... sei andato a casa sua e volevi dargliele? Forte, amico! Ma non eri tu quello contro queste tattiche da vigilante?> disse provocatoriamente Lemar.

<Infatti è stata una stronzata> rispose secco John <ma volevo fargli sapere che lo avremmo tenuto d’occhio.  Volevo interrogare quel Cardiac per vedere quanto ne sapeva, se aveva delle prove, una traccia insomma, per trovare qualcosa con cui sbatterlo in prigione, e invece.... >

<Lascia perdere vecchio mio, ci riusciremo prima o poi. Piuttosto, sono contento che ti sei dato da fare anche tu. Ti confesso che c’ero rimasto piuttosto male quando ti ho visto prenderla con tanta filosofia ...>

<Amo il mio paese, lo sai. Morirei per lui. Sono stato costretto a scendere a patti con me stesso diverse volte pur di compiere il mio dovere e portare a termine la mia missione. Ma non ho il paraocchi. So bene che l’America non è perfetta. Uomini come quel Koch o i politici che lo spalleggiano, però, non sono la vera America, quella che amo e se pensano che io sia il loro burattino scopriranno a loro spese quanto si sbagliano. >

<Cavolo, che cosa profonda>  osservò Lemar <Dì un po’ ... non mi stari diventando un liberale progressista, vero Johnny?> disse in modo scherzoso.

<Vedi di non esagerare con le battute. Verrà il Giorno del Giudizio prima che io passi dalla parte di quei fricchettoni.>

<Ah adesso si che ti riconosco ...>  disse Lemar sorridendo.

 

 

 

Le Note

 

Anche questo mese, sono andato a pescare sulle pagine dell’Uomo Ragno per trovare l’avversario di questo mese per il nostro USAgent:

 

https://www.comicus.it/marvelit/images/Carmelo/USA4_1.jpgCardiac, al secolo Elias Wirtham, è un brillante chirurgo che ha deciso di dedicare la propria vita a combattere le case farmaceutiche e le multinazionali (le motivazioni che lo spingono a farlo le avete letto nel corso del racconto.) Apparso per la prima volta su The Amazing Spider Man # 342del dicembre del 1990 per opera di David Micheline ed Erik Larsen.

 

Per ottenere i suoi poteri sostituì il suo cuore con un reattore a particelle beta ... per questo ha assunto il nome di Cardiac, e per lo stesso motivo io ho scelto come titolo “Wild at Heart” (in italiano “Cuore Selvaggio”) preso da un film di David Lynch con Nicolas Cage.

 

Un crociato che combatte una nobile causa ma con metodi sbagliati. L’avversario ideale per provocare una crisi di coscienza a USAgent, come esegue gli ordini del governo ma che spesso fanno a pugni con la sua coscienza.

 

Quanto ai retroscena della Koch, sono una mia invenzione, basandomi su fatti tragicamente reali come gli esperimenti di Tuskegee e i precedenti nell’universo Marvel.

 

I fatti accaduti in questo racconto avranno delle conseguenze nella vita di John e  Lemar ... se continuate a seguirci, scoprirete il perché!

 

A presto, allora!

 

Carmelo Mobilia.